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IL PERICOLO CORRE SUL WEB ?! (Cosa dire e pensare sul tema)

  • La Redazione genitori
  • 12 mag 2016
  • Tempo di lettura: 3 min


I genitori delle varie associazioni territoriali che collaborano abitualmente con l’I.C. di Ranica, dopo aver partecipato alle varie fasi del percorso di formazione/informazione intrapreso nel corrente anno scolastico, si sono impegnanti a raccogliere pareri e riflessioni sul tema trattato rivolgendosi a diversi attori coinvolti per una corretta rilevazione degli umori e delle proposte che ne potrebbero derivare. A seguire sono riportati stralci di commenti e conversazioni registrate a cura del Comitato di redazione del Notiziario, in particolare della dott.ssa Giuliano (componente genitore del CdI e di alcune realtà associative comunali) :

"differenza tra privacy e rispetto: con i nostri figli, fino alla età maggiore, non esiste la legge della privacy ma solo rispetto ... senza prevaricare o trascurare i loro bisogni"

"regole e disciplina per l'utilizzo: se serve solo come telefono si eviterà di darne in mano uno che possa accedere al web"

"non tutto è pericoloso e negativo: l'aspetto educativo spiegato con sguardo attento in modo che si sentano responsabilizzati ed aiutati a crescere. Bisogna che i genitori conoscano le password e che spieghino dove sono i pericoli (es. le false identità); si deve essere presenti sempre, facendo capire che se hanno delle difficoltà o sono incappati in qualche guaio i figli possono condividere le paure con i genitori"

"molte volte non si rendono conto di commettere dei reati; spesso, per loro, i reati del mondo concreto sono gli stessi del mondo virtuali, ossia astratti e quindi non perseguibili"

"ricordare ai nativi digitali che comunicare con le emozioni dal vivo è sì più difficile, ma molto più gratificante e, alla fine, sicuramente è da preferire un contatto umano ‘vero’ di uno solo virtuale; questo è detto da un adulto che è un immigrato digitale!"

"Le parole che nascono da impulsi emotivi incontrollati, non correttamente filtrati dal rendersi conto delle conseguenze, non devono essere immesse sul web; bisogna sempre pensare prima. Anche la divulgazione di foto particolari può causare un grave danno alla dignità di una persona perché, una volta inviata una foto questa rimane per sempre, non la si può più rimuove dalla Rete"

"Questi nativi digitali sono fragili, impulsivi; si nascondono dietro una chat, pensano di poter fare tutto nel completo anonimato, anche lo scherno più offensivo"

"Gli immigrati digitali (noi genitori) devono imparare a convivere con il cambiamento permanente in atto a livello di comunicazione tra generazioni; il loro non facile compito è quello di saper gestire e controllare l’uso di uno strumento (la multimedialità) da parte di ‘nativi digitali’ apparentemente autonomi e consapevoli . Il saper trovare e fare applicare delle regole nell’utilizzo del web significa anche conoscere questo mondo virtuale”.


CONDIVIDERE PER PROTEGGERE

Ho partecipato con interesse da genitore agli incontri organizzati sui pericoli che l’utilizzo di device può comportare per i nostri ragazzi .

La frase che mi ha colpito maggiormente è che “occorre CONDIVIDERE per PROTEGGERE”.

Conoscere e condividere quello che i miei figli faranno con un tablet, un PC o un telefono mi aiuterà a proteggerli da comportamenti potenzialmente dannosi per loro e per gli altri.

Non penso di privarli di qualcosa di necessario negando, in determinate situazioni, l’uso del telefono personale con accesso a Internet ma, semmai, credo di offrire loro la possibilità di impiegare in modo più costruttivo il poco tempo libero che hanno tra un impegno scolastico e l’altro : ad es. spingendoli ad uscire di casa per “vedere” gli amici (anziché limitarsi a “chattarli” chiusi in camera.), riscoprendo il piacere di sane litigate (perché no?). Il mondo del network ormai non può essere cancellato o fermato,ma è certo che lo si può e lo si deve ‘controllare’. Per noi genitori e per tutti gli educatori la sfida è aperta e non possiamo non raccoglierla; intanto, per cominciare, impariamo a dire NO! perché è una risposta che li vuole aiutare a crescere.

(mamma Roberta C.)

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