‘A’ come Affettività …
- Le classi quinte
- 12 mag 2016
- Tempo di lettura: 7 min

Nelle scorse settimane diversi alunni delle Classi 5^ hanno aderito ad un percorso extra-scolastico, organizzato dal Comitato Genitori Primaria, inerente ai temi dell'affettività nel passaggio verso l'adolescenza. I Genitori hanno affiancato i propri figli in questo progetto condotto da Paolo Benini (psicologo) per i papà ed i figli, Carla Finazzi (ostetrica) per le mamme e le figlie.
Durante due pomeriggi, ogni alunno ha avuto l’occasione di avvicinarsi al proprio genitore per affrontare sensazioni ed argomenti propri di questo "passaggio", in cui ci si prepara a crescere senza smettere improvvisamente di essere bambini, un momento in cui diviene necessario sviluppare la capacità di so-stare (saper stare) sul confine di un cambiamento evolutivo.

Il percorso mamma - figlia ha coinvolto attivamente le madri nell’affrontare e trattare temi legati allo sviluppo puberale con un approccio empatico e molto coinvolgente che ha consentito di sdrammatizzare le situazioni prese in esame; un momento significativo e molto partecipato è stato, ad esempio, quello legato alla narrazione della propria personale storia femminile ed affettiva. Questo approccio ha favorito una condivisione spontanea e confidenziale, attraverso una comunicazione attiva che ha sostenuto un riconoscimento del ‘femminile’ che lega madre e figlia in una storia di sensibilità e curiosità, timori ed esperienze. Nonostante la distanza di età e generazione, lo slancio evolutivo che si trova alla base di questo passaggio è molto simile e diviene più facile affrontarne i diversi aspetti grazie all'affiancamento sereno con il proprio genitore.
Alcune testimonianze delle mamme presenti confermano questi elementi di condivisione reciproca …
<< Come madre di una bambina di undici e di un ragazzo di tredici anni, ritengo sia molto importante affrontare il più serenamente possibile l'argomento "sessualità" con i figli tentando di rispondere, in modo semplice e chiaro, a tutte le loro domande. Ho sempre cercato di farlo avvalendomi di testi adeguati là dove temevo di non trovare un linguaggio adatto alla loro età e, così facendo, mi sono resa conto dei miei tanti limiti dovuti al non essere "un'addetta ai lavori". La possibilità di poter partecipare con mia figlia ad un corso che potesse aiutarci ad affrontare l'argomento con l'aiuto di un'esperta è stata per me un'occasione "da prendere al volo". L'esperienza è stata molto positiva sia per me che per mia figlia, tanto che mi sentirei di consigliarla a tutte le mamme con figlie di 10/11 anni (avrei voluto avere la stessa possibilità con il mio primogenito). Un unico appunto (per raggiungere il massimo dei voti): non mi sarebbero dispiaciute un po' più di ironia, di leggerezza e di complicità da parte dell'addetta ai lavori. >>
<< Un'esperienza molto positiva ed a livello emotivo anche toccante. Le nostre piccole donne si sono approcciate al loro corpo ed ai suoi cambiamenti utilizzando strumenti e parole molto semplici. Parole che aiutano ancora oggi me a comunicare con mia figlia quando parliamo del suo percorso di crescita.>>
<< Quello che posso dire dei due incontri è che sono stati una bella sorpresa! Li ho trovati molto utili sia considerando l'età delle "ragazzine" che vi hanno partecipato e sia perch, a breve,gli stessi argomenti sarebbero stati oggetto di studio a scuola. E' stata bello poter affrontare con mia figlia i cambiamenti che stanno avvenendo nel suo corpo e in quello dei suoi compagni eliminando il rischio che parlare di "certi argomenti" diventi un tabù. Purtroppo, la mancata comunicazione tra genitori e figli su argomenti come la sessualità può essere vissuta male da entrambe le parti. Noi abbiamo avuto l'occasione di affrontare concetti sia scientifici che relativi alle emozioni con l'ausilio di una formatrice molto preparata, facilitando lo scambio di informazioni ed idee. Ho trovato molto utile che l’operatrice utilizzasse termini scientifici anche per descrivere le parti del corpo, superando il primo senso di imbarazzo delle ragazze e, devo dire, anche di qualche genitore presente.>>
<< I due incontri madre-figlia con l'ostetrica sono stati molto interessanti e soprattutto gestiti dalla conduttrice con grande competenza sia rispetto alla propria formazione professionale che nell'empatia creata con le bambine e le mamme. Gli argomenti sono stati affrontati con il coinvolgimento attivo delle mamme sia nello spiegare alle proprie figlie i contenuti "scientifici" (anche attraverso strumenti e modalità giocose) che nel condividere la propria femminilità e affettività. Aprire questo canale comunicativo tra mamma e figlia con semplicità e naturalezza rappresenta il grande valore aggiunto di questo "mini corso": si è aperto un confronto sereno tra me e mia figlia, che di certo proseguirà con la sua crescita ed il suo "divenire donna. ">>
<< La proposta mi ha, da subito, incuriosito ed essendo consapevole dei cambiamenti avvenuti in particolare quest’anno in mia figlia ho ritenuto opportuno cercare un supporto ed un modo diverso per accompagnarla in questa fase delicata. Nonostante un primo imbarazzo da parte di tutte ed alcune perplessità percepite dal gruppo tutto al femminile, ci siamo poi affidate fiduciose alle proposte dell’esperta. Il percorso è partito da noi, dalla relazione con le nostre figlie per poi passare a tematiche più specifiche presentate in modo semplice, delicato, coinvolgente e mai banale. Alla fine del percorso l’imbarazzo era svanito per lasciare spazio agli affetti ed ai legami autentici, tanto da vedere abbracci ‘rubati’ tra madri e figlie, riscoprendoci simili e diverse allo stesso tempo. Abbiamo rivalutato la nostra femminilità e potenzialità generativa che, nella modernità frenetica del nostro attuale tempo globalizzato, viene troppo spesso subordinata a bisogni sociali ritenuti prioritari e strumentalizzata per fini commerciali o istituzionali.
All’inizio credevo di essere lì per mia figlia; infine, ho capito che il percorso è stato d’aiuto ad entrambe: a lei per capire che i cambiamenti che dovrà affrontare non sono poi così spaventosi ma, anzi, hanno un valore prezioso; a me per prepararmi all’idea di avere al fianco non più una bambina bensì una ragazzina con la quale non ci dovrà più essere l’imbarazzo di parlare del nostro essere donne. Questa è stata la nostra piccola esperienza intima, tutta al femminile.>>
Il percorso papà - figlio ha permesso, invece, di condividere dai due differenti punti di vista, pensieri e vissuti sui cambiamenti dell'età preadolescenziale agganciati ai due principali “motori” di crescita: la curiosità e la sessualità. Il primo ‘motore’ crea la tensione positiva verso il non conosciuto, il secondo la motivazione per legami oltre il cerchio famigliare; entrambi fanno nascere il desiderio, misto a timore, di nuove libertà fuori dall'ala protettiva dei genitori.
Lo scambio avvenuto ha messo in luce come, per entrambe le parti, il percorso di crescita sia ‘naturalmente’ abitato da dubbi e discontinuità, come pure da passioni e conquiste. Nei due incontri l'obiettivo è stato quello di mostrare l'importanza di mantenere vivo un canale di comunicazione che consenta ai figli di crescere senza la sensazione di dover rinunciare da subito alle sicurezze della famiglia e, ai genitori, di modificare progressivamente il ruolo di figura prioritariamente protettiva, senza per questo pensare di perdere peso nella crescita dei figli.
Il carattere partecipativo dato agli incontri ha favorito il crearsi di situazioni dialogiche e mostrato in piccolo come, nonostante le differenze ed i naturali processi di emancipazione e differenziazione, sia possibile e proficuo rimanere in contatto, sfruttando le straordinarie risorse insite nel legame affettivo tra genitori e figli.

Le testimonianze dei papà … << Mi sono avventurato in questa nuova esperienza tra padre e figlio, abbiamo parlato tanto delle emozioni e fatto lavori a gruppi divertenti e significativi. Mi è piaciuto tanto soprattutto quando ci hanno chiesto di parlare ed ogni papà ha raccontato una piccola storia accaduta fra di lui e il proprio figlio.>>
<< Devo dire che gli incontri sono stati molto interessanti ed utili. Avere avuto l'opportunità di un confronto e, soprattutto, di ascoltare è stata una esperienza formativa a 360°. Io e mio figlio ci siamo resi conto di avere gli stessi dubbi, incertezze e timori degli altri genitori e degli altri ragazzi, quindi abbiamo compreso che siamo tutti sulla stessa barca e non viaggiatori soli in questo non facile percorso.>>
<< Sono stato felicissimo di avere fatto i due incontri con lo psicologo, capire la generazione che circonda i nostri figli ci rende più vicini a loro e loro più vicini a noi. La capacità di dialogare con loro il più delle volte è appannaggio delle mamme, noi padri rimaniamo prudentemente (o superficialmente) ai margini. Sapere come interloquire con i figli è stato utilissimo. Faccio un esempio: il mio lavoro mi tiene spesso lontano da casa e per tanto tempo e l'unico mezzo che ho per tenere i contatti con la famiglia è il telefono; quando abitualmente chiedo a mia moglie come va e come è andata a scuola ai miei figli, la risposta rassicurante e sintetica che ricevo è in genere “bene" e con questa formula consolatoria mi sentivo assolto da ogni responsabilità. Dopo gli incontri con la figura dello psicologo il mio modo di comunicare è radicalmente cambiato perché ho preso coscienza dell’importanza di essere più ‘presente’, anche se a distanza, nel mio nucleo famigliare. Le telefonate si sono fatte, allora, più attente e ricche di particolari; la formuletta magica che l’esperto mi ha suggerito di utilizzare è " raccontami com'è andata a scuola" e devo ammettere che davvero sta producendo cambiamenti e miglioramenti. Mi permette, infatti, di comunicare e di capire le problematiche che affrontano i miei figli in questa delicata età che stanno vivendo; questi incontri sono serviti ad entrambi, genitori e figli, per avvicinarci e confrontarci; sono state due domeniche ricche di sorprese!!! Il dialogo è stato il protagonista assoluto degli incontri e, per quanto mi riguarda, ritengo che l’esperienza sia … assolutamente da rifare!>>
<<L'incontro organizzato nel mese di marzo relativo al rapporto padre-figlio nel periodo preadolescenziale è stato molto interessante sotto tutti i punti di vista. In primo luogo, ha permesso a noi papà di ascoltare i ragazzi esprimersi, con parole loro, su temi delicati ed importanti quali quello della "libertà", della "responsabilità" e della "paura di diventare grandi". Si tende spesso a vedere le problematiche dal punto di vista solo dell'adulto/papà "maturo", ma il gioco svolto durante gli incontri ci ha aiutato a rivedere lo sguardo prospettico, differenziandolo a seconda del ruolo dei due attori chiamati in causa: un padre, suo figlio. Ma non c’è stato solo questo. Il percorso svolto ci ha addirittura portato a ripercorrere la nostra preadolescenza, a rivivere gli stessi timori e gli stessi desideri, ovviamente calati in un periodo socio-politico differente. La conclusione più interessante a cui siamo giunti, a mio avviso, è che non esistano a priori uno schema ed un decalogo rigidi, universalmente validi, nel gestire il rapporto genitore/figlio, bensì (e qui sta la difficoltà, ma anche la soddisfazione nel raccogliere la sfida del "mestiere" di papà) bisogna saper ASCOLTARE ed INTERPRETARE le esigenze del singolo, formatesi da una miscela di variabili assolutamente uniche e irripetibili, derivanti da genetica, educazione, esperienze vissute e contesto sociale. Pensavo che gli incontri avrebbero toccato il tema della pubertà e dello sviluppo sessuale ma, essendo queste tematiche già ampiamente affrontate in classe, gli incontri si sono concentrati maggiormente sui temi sopra descritti. E meno male …>>
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